Tornano le esplorazioni notturne del MuMAB. Scopri tutti gli eventi speciali dell’estate

L’estate è il periodo che maggiormente si trascorre all’aria aperta, in cui si progettano avventure e viaggi. Che sia al mare o in montagna, ai confini della città, si possono vivere scoperte eccezionali anche sulla carta.

Quando non è possibile spostarsi, la fantasia e la lettura ci vengono in aiuto attraverso storie provenienti da lontano, da epoche diverse, seguendo le traiettorie altrui, si puntano gli occhi puntati ai cieli notturni, persino un fazzoletto di prato vicino casa può in essere teatro di osservazione per diventare naturalisti. Ecco, dunque che viaggiare persino sul divano è motivo di conoscenza. I pomeriggi sonnacchiosi si animano di personaggi, uomini o animali o piante che ci tengono compagnia. Possiamo catapultarci in un batter d’occhio su un’isola, in un campo di patate, all’ombra di un baobab e ritornare subito, sperimentare subito dopo. È bello lasciarsi coinvolgere, suggestionare e raccontare a chi ci sta accanto.

Nel frattempo prepariamo la valigia.

Letture estive

È un vero e proprio viaggio Altri fili invisibili della natura è il seguito di Fili invisibili della natura (Lapis edizioni), sempre di Gianumberto Uccinelli e in questo caso si avvale delle illustrazioni di Andrea Antinori.

Si presenta nella giusta misura di divulgazione, curiosità e aneddoti.

«Infinite connessioni tra gli esseri viventi, e ne raccontano le storie, alcune belle e splendenti come il sole, altre cupe e oscure come la notte»: questi fili sono i contesti storici, sociologici, culturali che interagiscono con la natura e che non si perdono nel tempo ma sono vicini a noi più che mai. Alcune cose le diamo per scontate, non interrogandoci sull’origine o sulle questioni, come per esempio, le mele annurca del golfo di Napoli hanno una storia naturale antichissima che viene da Oriente; la sopravvivenza del gipeto alpino è dipesa da un gruppo di scienziati molto accorti; il pomodoro dal colore giallo e come l’uomo l’ha inscatolato; l’ailanto è stato importato perché scambiato per l’albero della lacca, producendo seta di scarsa qualità. È un libro che al tempo stesso mette in luce come camminano i pensieri, le idee, persino gli errori.

Fredrik Sjöberg è un entomologo, che ha dedicato gli studi ai serfidi, una classe di mosche. Li racconta dall’isola di Runmarö, nell’arcipelago svedese, che diventa un laboratorio a cielo aperto.

L’arte di collezionare mosche (Iperborea) combina felicemente autobiografia, letteratura, divulgazione scientifica, focalizzando l’attenzione su René Malaise, fino ad assumere il tono di un doveroso omaggio. Una figura bizzarra, anticonformista dalla vita solitaria quella dell’esploratore, collezionista e inventore della macchina cattura-insetti, impegnato nelle sue peripezie in Asia.

Perché le mosche? «Io mi occupo delle mosche, che sono migliori degli esseri umani, con l’eccezione delle donne». Questa è la sua risposta ricorrente quando è oggetto di curiosità mentre cattura gli insetti.

Collezionare diventa un’arte, un momento ispirato al pari della letteratura. Capire i serfidi è riappropriarsi di una lingua da sempre conosciuta da Sjöberg; una lente d’ingrandimento che posandosi sul micro cerca di agguantare il macro, il mondo così sfuggente non di esclusiva proprietà dell’uomo. L’unica chiave di lettura possibile è la capacità di stupirsi.

Jonathan Druri in Il giro del mondo in 80 alberi (Ippocampo edizioni) si presenta come un novello Philips Fogg, il protagonista di Jules Verne, al quale deve anche l’ispirazione per il titolo. Dunque il suo è un viaggio esplorativo naturale, attraverso gli alberi più rappresentativi del pianeta. Il volume è corredato da splendide illustrazioni di Lucille Clerc, tra grafica vintage e moderna.

Alcuni numeri: 5 continenti, più di 50 paesi e 80 alberi, dai più noti e agli sconosciuti, almeno per chi non ha molta confidenza con la botanica. 
Sono storie curiose e iconiche che sanciscono un legame ancestrale tra l’uomo e le piante, una ricchezza da tutelare nonostante lo sfruttamento. Pagina dopo pagina si palesa ai nostri occhi una straordinaria biodiversità a qualsiasi latitudine.

Il piglio è enciclopedico, scientifico fino a allargare le relazioni al campo antropologico, folcloristico, segnalando comportamenti, alcuni deplorevoli, scoperte hanno influenzato economie e società in tutti gli ambiti.

Il messaggio è chiaro: se voglio sorprenderci ancora delle meraviglie naturali, allora è nostro dovere tutelarle.

«Quando c’è una bella notte stellata, il signor Palomar dice: – Devo andare a guardare le stelle. Dice proprio: – Devo, perché odia gli sprechi e pensa che non sia giusto sprecare tutta quella quantità di stelle che gli viene messa a disposizione…».

E quale migliore occasione per puntare gli occhi al cielo durante l’estate e munirsi degli strumenti giusti, come Costellazioni di Lara Albanese (Editoriale Scienza), un manuale ricco di informazioni astronomiche e curiosità per gli esploratori dell’universo, da leggere di giorno e usare di notte anche perché le delicate e ispirate illustrazioni di Desideria Guicciardini si illuminano al buio.

Le 88 costellazioni ufficiali secondo l’Assemblea Astronomica Internazionale diventano triangoli, linee e di quelle storie di cui la ha alimentato la scienza e la letteratura, motivo fantasioso persino per altri popoli antichi. Per esempio, le sette stelle del Grande Carro sono un mestolo per i nordamericani, un aratro per gli inglesi, un cammello per i Tuareg; oppure la cintura di Orione all’occorrenza diventa tre zebre per i sudafricani, tre canoe per gli aborigeni australi, una parte della manica di un kimono per i giapponesi.

Si parla di nebulose, Via Lattea, stelle cadenti non solo estive – Leonidi, Persenidi, Aurigidi in autunno –, supernove, sistemi extrasolari, segni zodiacali in una topografia che si evolve continuamente. L’unica cosa ha influire è il cambiamento dell’asse terrestre.

Buona estate.

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