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Ha dei lunghi baffetti che partono dalla bocca, grande, robusto, squame lucenti, occhi penetranti… Ecco, questo non è un tritone. 

Ma, ammettiamolo, molti tra noi avrebbero qualche dubbio nel dargli una forma precisa o descriverlo. Qualcuno potrebbe cavarsela disegnando un barbuto e possente dio greco, come Disney insegna.

Il tritone mitologico

E non sarebbe sbagliato, perché il Tritone mitologico era una divinità marina dai capelli neri e dall’armatura verde, figlio di sua maestà Poseidone e della bella Anfitrite. Le raffigurazioni tradizionali lo mostrano con l’aspetto di un uomo fino alla vita e la coda di un pesce. 

Non era raro che i figli di Poseidone ereditassero il carattere compulsivo del padre, e Tritone non fa eccezione, poiché era noto per rapire le giovani fanciulle che facevano inavvertitamente il bagno al mare. Ma soprattutto poteva manipolare la forza delle maree suonando la tromba a conchiglia che portava sempre con sé. 

La doppia natura del tritone

Raffigurato per metà uomo e metà pesce, dicevamo.

Il nostro tritone ha infatti questa doppia natura: una acquatica, l’altra terrestre.
Come le loro cugine, le salamandre, i tritoni sono anfibi (parola che deriva dal greco e che, guarda un po’, significa “doppia vita”) appartenenti all’ordine degli urodeli.

Un genere molto variegato perché vi appartengono ben otto specie, tutte terragnole fino a primavera, quando, con l’inizio del periodo della riproduzione, divengono acquatiche.
Gli urodeli sono chiamati anche caudati perché sono gli unici a mantenere la coda dopo la metamorfosi da larva ad adulto. 

È nel loro modo di spostarsi che si rivela lo stretto rapporto con l’ambiente acquatico: più che camminare gli urodeli sembrano nuotare sul suolo, proprio come se fossero in fondali poco profondi, muovendo gli arti in diagonale accompagnandoli ondulando la coda e tutto il corpo. La loro diversa struttura corporea non gli permette di essere dei campioni di salto in lungo, come invece accade per rane e rospi.

larva di tritone crestato

Tra le specie diffuse in Italia c’ è il tritone crestato, lungo fino a 16 cm, un campione di camuffamento, perché ha colori diversi a seconda dell’ambiente in cui si trova, della stagione, del sesso e….  delle proprie emozioni: nell’epoca degli amori i tritoni sviluppano, come dice il nome, una cresta cutanea, sul dorso e sulla coda, trasformandosi in piccoli e agili sommergibili.
C’è poi il tritone alpino che vive nei laghetti di montagna, fino a 2500 m di altezza, più piccolo e snello del precedente.

Il tritone abita gli acquitrini, le paludi, gli stagni e le pozze, anche di piccolissime dimensioni, dove comunque si sente sempre una divinità. Ispeziona molto attentamente il fondo e la superficie dello stagno alla ricerca di crostacei, insetti vari, vermi, molluschi e larve. 

Per andare a caccia si serve dell’odorato e di cellule sensoriali localizzate sui fianchi e sensibili alle vibrazioni per trovare le prede. La sua tecnica si basa sull’attesa e il mimetismo, dominando alla perfezione l’arte del confondersi con l’ambiente per sorprendere la sua vittima. Dopo essersi avvicinato ad essa molto lentamente la afferra prontamente con le mascelle e i denti aguzzi.

In fase difensiva invece alcuni tritoni producono sostanze tossiche dalle ghiandole per intimidire i loro predatori, poiché può capitare che siano un po’ goffi nella fuga. 

È bene ricordare   però che non sono pericolosi per l’uomo. A meno che una persona non se lo metta intenzionalmente in bocca o si sfreghi gli occhi dopo averlo maneggiato, è impossibile che le sue tossine raggiungano il nostro corpo.

Mai come nessun altro animale i tritoni, così come le salamandre, le rane, i rospi e le raganelle hanno segnato la storia dell’evoluzione: le prime impronte di passi sulla terraferma sono state quelle di rettili e anfibi. Hanno resistito alle grandi calure e alle glaciazioni, hanno visto nascere e morire generazioni di dinosauri.

E oggi? Oggi si stanno estinguendo.

Il mondo moderno con conseguente industrializzazione sfrenata e cambiamento climatico, rende dura la vita degli anfibi. Le deforestazioni massicce e la distruzione delle zone umide sono in gran parte responsabili della situazione, insieme ai rifiuti, in gran parte di natura chimica, immessi nelle acque.

Quindi, se incontriamo un tritone, guardiamolo affascinati e cerchiamo di averne cura per permettere a loro di continuare a vivere così come da milioni di anni!

Libri al volo: suggerimenti di lettura

Da leggere

Enciclopedia illustrata di rettili e anfibi.

Emanuela Busà, Giunti, 2022

Età di lettura: da 8 anni

Un’enciclopedia che raccoglie tutte le informazioni e curiosità sui rettili e gli anfibi! Un’introduzione al mondo di rettili e anfibi corredata da foto e schede dettagliate per ogni animale. Una panoramica completa sui rettili che abitano il nostro pianeta, con tante informazioni e curiosità, per conoscerli e riconoscerli.

Da leggere

Rane, rospi e tritoni

di Federico Gemma, Topipittori, 2024

Età di lettura: da 7 anni

Spesso il primo incontro con gli anfibi avviene fortuitamente. Ci accorgiamo di loro in una sera primaverile per il gracidare delle rane, o in una notte estiva per un incontro con un grosso rospo in giardino o, ancora, se passando accanto a uno stagno scopriamo il movimento di centinaia di girini. L’incredibile trasformazione che questi animali attuano, per vivere in acqua da piccoli e avventurarsi sul terreno da adulti, ha sempre affascinato biologi e naturalisti. Il termine anfibio significa proprio questo: “dalla doppia vita”.
Federico Gemma, biologo e illustratore naturalistico, ha scritto e illustrato questo nuovo titolo della collana Piccoli Naturalisti Osservatori dedicato alle vite, ai diversi ambienti, alle metamorfosi di specie affascinanti e sorprendenti.

Da leggere

Natura strabiliante

Ben Hoare, Topipittori, Gribaudo 2020.

Età di lettura: da 6 anni

Una preziosa collezione che svela le meraviglie della natura attraverso splendide illustrazioni, fotografie mozzafiato e incredibili curiosità.Scopri le sorprendenti forme di vita che popolano il nostro pianeta. Dall’albero del drago di Socotra, la cui resina rossa ha l’aspetto del sangue, all’affascinante caravella portoghese, una creatura simile alla medusa dai velenosissimi tentacoli lunghi più di dieci metri… lasciati stupire dalle straordinarie caratteristiche di oltre 100 esemplari appartenenti al mondo minerale, vegetale e animale.